Liberi tutti
12/7/2006
Premessa: siamo tutti felici, felicissimi. Essere campioni del mondo è una meraviglia sempre e comunque, anche quando, invece del Brasile di Zico e dell'Argentina di Maradona, sconfiggi la Germania Under 21 e la Francia ai calci di rigore. Però la festa non è stata all'altezza dell'impresa. Sguaiata, isterica, a tratti violenta, completamente priva di poesia. Un coacervo di emozioni ostentate e quindi superficiali, come quei capodanni dove devi far vedere per forza che ti diverti. Il culmine è stato raggiunto nella parata trionfale dei calciatori. Il pessimo gusto campeggiava già nella scritta del Circo Massimo, «Roma ringrazia gli azzurri», mentre una Capitale meno provinciale avrebbe scritto «l'Italia», assumendosene per intero la rappresentanza. I presentatori dello spettacolo gareggiavano fra loro in chiasso e in mediocrità , con Carlo Verdone che paragonava Cannavaro al muro di Berlino e rideva, beato lui.
Quanto ai calciatori, sarebbe stato lecito aspettarsi qualche gesto più memorabile che dei saltelli da ultrà davanti a uno striscione sormontato da una croce celtica. Nessuna intenzione di buttarla in politica: sulle piazze italiane c'erano i simboli tradizionali della destra, ma non c'era la destra e neppure la sinistra, se non nel pigia-pigia di papaveri ulivisti intorno alla Coppa. C'era invece un Paese provvisoriamente unito da una gioia rabbiosa, che più che alla felicità faceva pensare allo sfogo, e più che a una liberazione, a una rimozione. Come se la baldoria obbligatoria fosse l’ennesimo pretesto per stendere un tappeto di migliaia di chilometri lungo la Penisola, a coprire la polvere dei problemi irrisolti. Come se la vittoria del calcio consentisse a chiunque di tirare a campare senza dover spiegare più niente né assumersi responsabilità . Liberi tutti, in una sorta di amnistia mentale. Un entusiasmo troppo gridato per non suonare ingannevole. Un’emozione violenta e fragile, di quelle che di solito si dimenticano in fretta.
questo è l'articolo a firma di MASSIMO GRAMELLINI per STAMPAWEB
posso essere d'accordo per quanto riguarda il discorso di ROMA, che ho letto anche sui quotidiani, mi sembrava più giusto parlare di ITALIANI CHE RINGRAZIANO GLI AZZURRI in quanto giustamente la festa si è svolta a ROMA perchè capitale e perchè sede delle istituzioni.
ridicolo prendersela con i presentatori, in questo frangente contano 0
i calciatori dovevano fare qualche gesto memorabile
già li hanno fatti tutti al mondiale...
la baldoria un pretesto per coprire i problemi irrisolti, l'entusiasmo ingannevole
parole vergognose per chi era alla festa per festeggiare, divertirsi, provare delle emozioni...
io ho goduto tutto quello che era lecito godere...e così anche i miei familiari ed i migliori amici....mi spiace per chi ha provato emozioni opposte e...non sono nemmeno sicuro che dovrebbe esprimerle in un bar di festeggiamento
...non posso più perdere tempo a fare cose che non mi va di fare...